Le
Fonti Francescane (FF 3391-3397)
narrano che una notte del
1216 a san Francesco che stava in preghiera presso la Porziuncola
apparvero in una grande luce sopra l'altare Gesù e la Madonna
circondati da una moltitudine di Angeli.
Gli
chiesero che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La
risposta di Francesco fu immediata: “Ti
prego che tutti coloro che, pentiti e confessati, verranno a visitare
questa chiesa, ottengano ampio e generoso perdono, con una completa
remissione di tutte le colpe”.
Il
Signore gli disse:
“Quello
che tu chiedi, o frate Francesco, è grande, ma di maggiori cose sei
degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a
patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa
indulgenza”.
Francesco
si recò subito dal Papa Onorio III che lo ascoltò con attenzione e
dette la sua approvazione. Il Papa gli chiese: “Francesco,
per quanti anni vuoi questa indulgenza?”,
ed il Santo rispose: “Padre
Santo, non domando anni, ma anime”.
Il 2 agosto 1216, insieme con i Vescovi dell’Umbria, San Francesco
annunciò ai fedeli giunti alla Porziuncola: “Fratelli
miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!”.
Da
quell'anno il 2 Agosto si celebra la “Festa del Perdono”
a Santa Maria degli Angeli. Il Perdono si estende a tutte le
Parrocchie e alla Chiese francescane, E' concessa l'indulgenza a chi
si comunica, si confessa e prega per il Papa.
DAL
MEZZOGIORNO DEL 1° AGOSTO ALLA MEZZANOTTE DEL GIORNO SEGUENTE SI
PUO' OTTENERE UNA SOLA VOLTA L'INDULGENZA PLENARIA DELLA PORZIUNCOLA
Il
Perdono della Porziuncola nel racconto di Benedetto XVI
(Da:
J. Ratzinger, Il perdono di Assisi, ed. Porziuncola 2005)
Nel
terzo anno dalla sua conversione Francesco si imbatté in questa
piccola chiesa, ormai del tutto cadente, la chiesetta della
Porziuncola dedicata a Santa Maria degli Angeli, in cui egli venerava
la Madre di ogni bontà. Lo stato di abbandono in cui si trovava
dovette parergli un triste segno della condizione della Chiesa
stessa; egli ancora non sapeva che, restaurando quegli edifici, si
stava preparando a rinnovare la Chiesa vivente. Ma proprio in questa
cappella gli si fece incontro la chiamata definitiva, che diede alla
sua missione la sua vera forma e permise la nascita
dell’Ordine dei Frati Minori, all’inizio pensato come un
movimento di evangelizzazione che doveva raccogliere di nuovo il
popolo di Dio per il ritorno del Signore.
La
Porziuncola era divenuta per Francesco il luogo dove finalmente aveva
compreso il Vangelo. Si era infatti accorto che non si trattava di
parole del passato, ma di un appello che si rivolgeva direttamente ed
esplicitamente a lui come persona.
La
Porziuncola è anzitutto un luogo, ma grazie a Francesco d’Assisi è
divenuto una realtà dello spirito e della fede, che proprio qui si
fa sensibile e diventa un luogo concreto in cui possiamo entrare, ma
grazie al quale possiamo anche accedere alla storia della fede e alla
sua forza sempre efficace. Che poi la Porziuncola non ci ricordi solo
grandi storie di conversione del passato, non rappresenti solo una
semplice idea, ma riesca ancora ad accostarci al legame vivente di
penitenza e di grazia, ciò dipende dal cosiddetto “Perdono
d’Assisi”, che più propriamente dovremmo chiamare “Perdono
della Porziuncola”. Qual è il suo vero significato? Secondo una
tradizione che sicuramente risale almeno alla fine del secolo XIII,
Francesco nel luglio del 1216 avrebbe fatto visita nella
vicina Perugia al papa Onorio III, subito dopo la sua elezione, e gli
avrebbe sottoposto una richiesta inusuale: chiese al pontefice di
concedere l’Indulgenza plenaria per tutta la loro vita precedente a
tutti coloro che si fossero recati nella chiesetta della Porziuncola,
confessandosi e facendo penitenza dei propri peccati
[...]
Francesco,
che aveva scoperto i poveri e la povertà, nella sua richiesta era
spinto dalla sollecitudine per quelle persone a cui mancavano i mezzi
o le forze per un pellegrinaggio in Terra Santa; coloro che non
potevano dare nulla, se non la loro fede, la loro preghiera, la loro
disponibilità a vivere secondo il Vangelo la propria condizione di
povertà. In questo senso l’Indulgenza della Porziuncola e la
penitenza di coloro che sono tribolati, che la vita stessa carica già
di una penitenza sufficiente. Senza dubbio a ciò si legava anche
un’interiorizzazione del concetto stesso di penitenza, sebbene non
mancasse certamente la necessaria espressione sensibile dal momento
che implicava comunque il pellegrinaggio al semplice e umile luogo
della Porziuncola, che allo stesso tempo doveva essere un incontro
con la radicalità del Vangelo, come Francesco l’aveva appresa
proprio in quel posto.
[...]
Dopo
la concessione di questa particolare Indulgenza si arrivò ben presto
a un passo ulteriore. Proprio le persone umili e di fede semplice
finirono per chiedersi: perché solo per me stesso? Non posso forse
comunicare anche ad altri quel che mi è stato dato in ambito
spirituale, come avviene in ambito materiale? Il pensiero si
rivolgeva soprattutto alle povere anime, a coloro che nella vita
erano stati loro vicini, che li avevano preceduti nell’altro mondo
e il cui destino non poteva essere loro indifferente.
[...]
Così
la Porziuncola e l’Indulgenza che da lì ha avuto origine diventa
un compito, un invito a mettere la salvezza degli altri al di sopra
della mia e, proprio in questo modo, a trovare anche me stesso.
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