Il Santo Padre, Papa Leone XIV, intervenendo alla chiusura dell’Assemblea ha rivolto il discorso conclusivo ai Vescovi riuniti nella Basilica della Porziuncola.
La tematica trattata dal Cardinale Zuppi ha riguardato la riflessione sul Cammino Sinodale svolto dalle Chiese in Italia e la necessità di prefigurare le prospettive pastorali per i prossimi anni.
In dialogo con i riferimenti del Magistero Pontificio, il Cardinale ha evidenziato “il dono di una strada” offerto dall’Esortazione Apostolica Dilexi te di Papa Leone XIV; nella quale “rifluisce il messaggio di papa Francesco” e si “completa la storia che cominciò con le parole indimenticabili di Giovanni XXIII: La Chiesa si presenta quale è e quale vuole essere, come la Chiesa di tutti e particolarmente la Chiesa dei poveri” (Dilexi te, 84).
Ha poi fatto riferimento a “San Francesco e la via della pace”, ispirandosi alla predicazione del Santo a Bologna nel 1222 narrata nelle Fonti Francescane (FF) da Tommaso Da Spalato (FF 2252).
E’ passato quindi a tracciare gli orientamenti emersi nel Cammino sinodale della Chiese in Italia (sinodalità e collegialità), e la “chiamata” ad essere costruttori di comunità “laddove siamo”; concludendo il discorso con lo sviluppo delle tematiche riguardanti “la cultura della prevenzione e della tutela”,”Europa e Mediterraneo: per una speranza visibile”, e “L’Europa” cristiana contemporanea.
Il discorso introduttivo del Cardinale Zuppi ed il discorso del Santo Padre sono leggibili nella loro intierezza sul portale in rete della Conferenza Episcopale Italiana. In questo post ne leggiamo alcuni brani che evidenziano particolarmente l’ispirazione francescana.
Nel discorso dell’Arcivescovo di Bologna si colgono le suggestioni ispirate dalla predica che San Francesco tenne sulla piazza di quella città nel 1222, testimoniata nelle Fonti Francescane e nella lapide celebrativa esistente nell’atrio del palazzo comunale; e si sottolinea l’uso del motto e della preghiera d’intercessione francescani.
La Fonte citata dal Cardinale è anche importante per la descrizione dei tratti fisici di San Francesco che trovano una rappresentazione pittorica coeva nell’affresco del santo al Sacro Speco di Subiaco.
Nel discorso di Leone XIV si sottolineano i riferimenti evangelici e spirituali dell’esempio di San Francesco e dei suoi primi Frati.
Dal discorso del Cardinale Zuppi
Come Chiese in Italia, sentiamo oggi più fortemente l’appassionante chiamata ad andare nella grande messe di questo mondo, per rispondere a tanti che desiderano conoscere il nome del Dio ignoto, per condividere il Pane che sazia, per annunciare il Vangelo della vita eterna a chi, a tentoni, cerca speranza, per curare le sofferenze di una folla stanca e sfinita perché senza pastore. Non giudicare e, quindi, inevitabilmente condannare, ma guardare con gli occhi di Gesù, quelli della compassione, per essere lievito di fraternità.
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La priorità è certamente trasmettere la fede, renderla viva, attraente, farla scoprire nascosta nelle attese e nei desideri del cuore, aiutando a ritrovarne le parole e la prassi. Ecco il nostro orizzonte e la nostra passione. Guardando tanti “senza tetto spirituali” sentiamo la loro condizione, spesso piena di sofferenza, una domanda per costruire case di preghiera, di fraternità con Dio e con il prossimo, dove sperimentare la maternità della Chiesa e vivere l’ascolto della parola che diventa vita. Non abbiamo alcuna ambizione politica o di guadagnare posizioni di potere! Non dobbiamo compiacere alcuno né alcuna forza politica, né abbiamo alcun consenso da guadagnare. Possiamo solo chiedere tanto amore politico, specialmente a chi, si ispira alla bellissima e umanissima dottrina sociale della Chiesa. Ci anima, con tutti i nostri limiti personali, l’amore per il bene del popolo italiano, per il mondo tutto. La nostra unica ambizione – e Dio ci aiuti a realizzarla – è servire il Vangelo di Gesù tra questa gente. Questa è la nostra libertà: la dedizione al servizio della Chiesa e del popolo.
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«La Chiesa è luce solo quando si spoglia di tutto» (Dilexi te, 67). Anche nelle attuali difficoltà della Chiesa troveremo la risposta quando noi ameremo la Parola, spezzeremo il Verbum Domini e il Corpus Domini, ma anche quando ameremo con lo stesso amore il Corpus Pauperum, anch’esso corpo di Gesù. «Il Vangelo è annunciato correttamente solo quando spinge a toccare la carne degli ultimi» (Dilexi te, 48).
San Francesco e la via per la pace
«In quello stesso anno [1222], nella festa dell’Assunzione della Genitrice di Dio, trovandomi allo Studio di Bologna, ho visto san Francesco che predicava sulla piazza antistante il palazzo comunale, ove era confluita, si può dire, quasi tutta la città. Questo era l’esordio del suo sermone: «Gli angeli, gli uomini, i demoni». Parlò così bene e chiaramente di queste tre specie di spiriti razionali, che molte persone dotte, ivi presenti, rimasero non poco ammirate per quel discorso di un uomo illetterato. Eppure egli non aveva lo stile di un predicatore, perché sembrava dialogasse. In realtà, tutta la sostanza delle sue parole mirava a spegnere le inimicizie e a gettare le fondamenta di nuovi patti di pace. Portava un abito sudicio; la persona era spregevole, la faccia senza bellezza. Eppure Dio conferì alle sue parole tale efficacia che molte famiglie signorili, tra le quali il furore irriducibile di inveterate inimicizie era divampato fino allo spargimento di tanto sangue, erano piegate a consigli di pace».
San Francesco, con il suo Vangelo sine glossa – quali sono le nostre aggiunte di cui liberarci? – ci ha insegnato che la pace parte da noi, dalle nostre scelte. Come ripeteva Benedetto XVI essa s’irradia per attrazione. Quando la fede è sorretta da stili di vita coerenti, sobri ed essenziali, quando si accompagna a un’esistenza serena e gioiosa, diventa contagiosa, come contagiosa si è rivelata, ai suoi tempi e nei secoli a venire, la scelta del Vangelo operata da Francesco. Come il bonum è diffusivum sui così possiamo dirlo anche per la pax!
[...]
Carissimi Confratelli, vi ringrazio di avermi ascoltato e di quanto vorrete osservare e proporre. Affidiamo queste giornate di lavoro comune all’intercessione della Vergine Maria, di San Francesco e di Santa Chiara.
Dal Discorso di Papa Leone XIV
Carissimi fratelli nell’episcopato, buongiorno!
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Fonti e bibliografia:
https://www.chiesacattolica.it/
https://www.sanfrancescopatronoditalia.it/
https://www.storiaememoriadibologna.it/
https://monasterosanbenedettosubiaco.it/
Fonti Francescane, EfR, Padova 2004
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