venerdì 21 novembre 2025

I Vescovi italiani ad Assisi (17-20 Novembre 2025)


Il Cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ha pronunciato il discorso introduttivo della 81ª Assemblea Generale nella sede della Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli.

Il Santo Padre, Papa Leone XIV, intervenendo alla chiusura dell’Assemblea ha rivolto il discorso conclusivo ai Vescovi riuniti nella Basilica della Porziuncola.

La tematica trattata dal Cardinale Zuppi ha riguardato la riflessione sul Cammino Sinodale svolto dalle Chiese in Italia e la necessità di prefigurare le prospettive pastorali per i prossimi anni.

In dialogo con i riferimenti del Magistero Pontificio, il Cardinale ha evidenziato “il dono di una strada” offerto dall’Esortazione Apostolica Dilexi te di Papa Leone XIV; nella quale “rifluisce il messaggio di papa Francesco” e si “completa la storia che cominciò con le parole indimenticabili di Giovanni XXIII: La Chiesa si presenta quale è e quale vuole essere, come la Chiesa di tutti e particolarmente la Chiesa dei poveri” (Dilexi te, 84).

Ha poi fatto riferimento a “San Francesco e la via della pace”, ispirandosi alla predicazione del Santo a Bologna nel 1222 narrata nelle Fonti Francescane (FF) da Tommaso Da Spalato (FF 2252).

E’ passato quindi a tracciare gli orientamenti emersi nel Cammino sinodale della Chiese in Italia (sinodalità e collegialità), e la “chiamata” ad essere costruttori di comunità “laddove siamo”; concludendo il discorso con lo sviluppo delle tematiche riguardanti “la cultura della prevenzione e della tutela”,”Europa e Mediterraneo: per una speranza visibile”, e “L’Europa” cristiana contemporanea.


Nel suo discorso il Papa Leone XIV ha fatto subito riferimento alle ispirazioni evangeliche e francescane suscitate dal luogo di Assisi; ed ha sviluppato le tematiche legate “alle fondamenta della nostra fede, al kerygma”, e al “riconoscere in Cristo il Salvatore” con la testimonianza in tutti gli ambiti della vita, nello spirito della sinodalità ecclesiale, della fraternità, dell’amicizia, della solidarietà e della pace. In una prospettiva missionaria, di promozione di un umanesimo integrale e di una conversione comunitaria, che caratterizza “una Chiesa che vive tra la gente, ne accoglie le domande, ne lenisce le sofferenze, ne condivide le speranze”.

Il discorso introduttivo del Cardinale Zuppi ed il discorso del Santo Padre sono leggibili nella loro intierezza sul portale in rete della Conferenza Episcopale Italiana. In questo post ne leggiamo alcuni brani che evidenziano particolarmente l’ispirazione francescana.

Nel discorso dell’Arcivescovo di Bologna si colgono le suggestioni ispirate dalla predica che San Francesco tenne sulla piazza di quella città nel 1222, testimoniata nelle Fonti Francescane e nella lapide celebrativa esistente nell’atrio del palazzo comunale; e si sottolinea l’uso del motto e della preghiera d’intercessione francescani.

La Fonte citata dal Cardinale è anche importante per la descrizione dei tratti fisici di San Francesco che trovano una rappresentazione pittorica coeva nell’affresco del santo al Sacro Speco di Subiaco.

Nel discorso di Leone XIV si sottolineano i riferimenti evangelici e spirituali dell’esempio di San Francesco e dei suoi primi Frati.


Dal discorso del Cardinale Zuppi

Come Chiese in Italia, sentiamo oggi più fortemente l’appassionante chiamata ad andare nella grande messe di questo mondo, per rispondere a tanti che desiderano conoscere il nome del Dio ignoto, per condividere il Pane che sazia, per annunciare il Vangelo della vita eterna a chi, a tentoni, cerca speranza, per curare le sofferenze di una folla stanca e sfinita perché senza pastore. Non giudicare e, quindi, inevitabilmente condannare, ma guardare con gli occhi di Gesù, quelli della compassione, per essere lievito di fraternità.

[...]

La priorità è certamente trasmettere la fede, renderla viva, attraente, farla scoprire nascosta nelle attese e nei desideri del cuore, aiutando a ritrovarne le parole e la prassi. Ecco il nostro orizzonte e la nostra passione. Guardando tanti “senza tetto spirituali” sentiamo la loro condizione, spesso piena di sofferenza, una domanda per costruire case di preghiera, di fraternità con Dio e con il prossimo, dove sperimentare la maternità della Chiesa e vivere l’ascolto della parola che diventa vita. Non abbiamo alcuna ambizione politica o di guadagnare posizioni di potere! Non dobbiamo compiacere alcuno né alcuna forza politica, né abbiamo alcun consenso da guadagnare. Possiamo solo chiedere tanto amore politico, specialmente a chi, si ispira alla bellissima e umanissima dottrina sociale della Chiesa. Ci anima, con tutti i nostri limiti personali, l’amore per il bene del popolo italiano, per il mondo tutto. La nostra unica ambizione – e Dio ci aiuti a realizzarla – è servire il Vangelo di Gesù tra questa gente. Questa è la nostra libertà: la dedizione al servizio della Chiesa e del popolo.

[...]

«La Chiesa è luce solo quando si spoglia di tutto» (Dilexi te, 67). Anche nelle attuali difficoltà della Chiesa troveremo la risposta quando noi ameremo la Parola, spezzeremo il Verbum Domini e il Corpus Domini, ma anche quando ameremo con lo stesso amore il Corpus Pauperum, anch’esso corpo di Gesù. «Il Vangelo è annunciato correttamente solo quando spinge a toccare la carne degli ultimi» (Dilexi te, 48).

San Francesco e la via per la pace

Carissimi Confratelli, non per caso ci ritroviamo in questi giorni ad Assisi, nella città di san Francesco, alla vigilia dell’VIII centenario della sua morte. La sua lezione di fede e di vita appare sorprendentemente attuale. In un tempo come il nostro, sottoposto a continue e progressive spaccature, san Francesco risalta, con piena legittimità, come l’uomo della pace e della concordia evangelica. Al centro di tutto c’è sempre Cristo. Egli viveva in un tempo dilaniato da lotte e discordie cittadine, quando i centri abitati erano teatro di violenze quasi sempre originatesi all’interno delle mura. In quel contesto difficile, Francesco e i suoi frati hanno annunciato, senza titubanze e senza sosta, la pace che viene da Dio, scongiurando gli animi di non cedere alla violenza distruttrice, spingendo tutti a consigli di pace. E non a caso il primo impegno è quello di ricostruire la Chiesa.
Racconta Giovanni da Spalato della sua meditazione a Bologna.

«In quello stesso anno [1222], nella festa dell’Assunzione della Genitrice di Dio, trovandomi allo Studio di Bologna, ho visto san Francesco che predicava sulla piazza antistante il palazzo comunale, ove era confluita, si può dire, quasi tutta la città. Questo era l’esordio del suo sermone: «Gli angeli, gli uomini, i demoni». Parlò così bene e chiaramente di queste tre specie di spiriti razionali, che molte persone dotte, ivi presenti, rimasero non poco ammirate per quel discorso di un uomo illetterato. Eppure egli non aveva lo stile di un predicatore, perché sembrava dialogasse. In realtà, tutta la sostanza delle sue parole mirava a spegnere le inimicizie e a gettare le fondamenta di nuovi patti di pace. Portava un abito sudicio; la persona era spregevole, la faccia senza bellezza. Eppure Dio conferì alle sue parole tale efficacia che molte famiglie signorili, tra le quali il furore irriducibile di inveterate inimicizie era divampato fino allo spargimento di tanto sangue, erano piegate a consigli di pace».

San Francesco, con il suo Vangelo sine glossa – quali sono le nostre aggiunte di cui liberarci? – ci ha insegnato che la pace parte da noi, dalle nostre scelte. Come ripeteva Benedetto XVI essa s’irradia per attrazione. Quando la fede è sorretta da stili di vita coerenti, sobri ed essenziali, quando si accompagna a un’esistenza serena e gioiosa, diventa contagiosa, come contagiosa si è rivelata, ai suoi tempi e nei secoli a venire, la scelta del Vangelo operata da Francesco. Come il bonum è diffusivum sui così possiamo dirlo anche per la pax

[...]

Carissimi Confratelli, vi ringrazio di avermi ascoltato e di quanto vorrete osservare e proporre. Affidiamo queste giornate di lavoro comune all’intercessione della Vergine Maria, di San Francesco e di Santa Chiara.



Dal Discorso di Papa Leone XIV

Carissimi fratelli nell’episcopato, buongiorno!

Ringrazio vivamente il Cardinale Presidente per le parole di saluto che mi ha rivolto e per l’invito a essere con voi oggi per concludere l’81ª Assemblea Generale. E sono contento di questa mia prima sosta, seppur brevissima, ad Assisi, luogo altamente significativo per il messaggio di fede, fraternità e pace che trasmette, di cui il mondo ha urgente bisogno.
Qui San Francesco ricevette dal Signore la rivelazione di dover «vivere secondo la forma del santo Vangelo» (2Test 14: FF 116). Il Cristo, infatti, «che era ricco sopra ogni altra cosa, volle scegliere in questo mondo, insieme alla beatissima Vergine, sua madre, la povertà» (2Lf 5: FF 182).
Guardare a Gesù è la prima cosa a cui anche noi siamo chiamati. La ragione del nostro essere qui, infatti, è la fede in Lui, crocifisso e risorto. Come vi dicevo in giugno: in questo tempo abbiamo più che mai bisogno «di porre Gesù Cristo al centro e, sulla strada indicata da Evangelii gaudium, aiutare le persone a vivere una relazione personale con Lui, per scoprire la gioia del Vangelo. In un tempo di grande frammentarietà è necessario tornare alle fondamenta della nostra fede, al kerygma» (Discorso ai Vescovi della Conferenza Episcopale Italiana, 17 giugno 2025). E questo vale prima di tutto per noi: ripartire dall’atto di fede che ci fa riconoscere in Cristo il Salvatore e che si declina in tutti gli ambiti della vita quotidiana.
Tenere lo sguardo sul Volto di Gesù ci rende capaci di guardare i volti dei fratelli. È il suo amore che ci spinge verso di loro (cfr 2Cor 5,14). E la fede in Lui, nostra pace (cfr Ef 2,14), ci chiede di offrire a tutti il dono della sua pace.

[...]

In questa prospettiva, la Chiesa in Italia può e deve continuare a promuovere un umanesimo integrale, che aiuta e sostiene i percorsi esistenziali dei singoli e della società; un senso dell’umano che esalta il valore della vita e la cura di ogni creatura, che interviene profeticamente nel dibattito pubblico per diffondere una cultura della legalità e della solidarietà.
Non si dimentichi in tale contesto la sfida che ci viene posta dall’universo digitale. La pastorale non può limitarsi a “usare” i media, ma deve educare ad abitare il digitale in modo umano, senza che la verità si perda dietro la moltiplicazione delle connessioni, perché la rete possa essere davvero uno spazio di libertà, di responsabilità e di fraternità.
Camminare insieme, camminare con tutti, significa anche essere una Chiesa che vive tra la gente, ne accoglie le domande, ne lenisce le sofferenze, ne condivide le speranze. Continuate a stare vicini alle famiglie, ai giovani, agli anziani, a chi vive nella solitudine. Continuate a spendervi nella cura dei poveri: le comunità cristiane radicate in modo capillare nel territorio, i tanti operatori pastorali e volontari, le Caritas diocesane e parrocchiali fanno già un grande lavoro in questo senso e ve ne sono grato.

[...]

Carissimi fratelli, in questo luogo San Francesco e i primi frati vissero appieno quello che, con linguaggio odierno, chiamiamo “stile sinodale”. Insieme, infatti, condivisero le diverse tappe del loro cammino; insieme si recarono dal Papa Innocenzo III; insieme, di anno in anno, perfezionarono e arricchirono il testo iniziale che era stato presentato al Pontefice, composto, dice Tommaso da Celano, «soprattutto di espressioni del Vangelo» (1Cel 32: FF 372), fino a trasformarlo in quella che oggi conosciamo come prima Regola. Questa scelta convinta di fraternità, che è il cuore del carisma francescano insieme alla minorità, fu ispirata da una fede intrepida e perseverante.
Possa l’esempio di San Francesco dare anche a noi la forza per compiere scelte ispirate da una fede autentica e per essere, come Chiesa, segno e testimonianza del Regno di Dio nel mondo. Grazie!


Documentazione iconografica




Fonti e bibliografia:

https://www.vaticannews.va/

https://www.chiesacattolica.it/

https://www.sanfrancescopatronoditalia.it/

https://www.storiaememoriadibologna.it/

https://monasterosanbenedettosubiaco.it/


Fonti Francescane, EfR, Padova 2004












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