lunedì 23 luglio 2018

La fonte di San Bernardino


Arida era stata la rupe fino a quando la sorgente sgorgò con la preghiera di Bernardino”.

E’ il senso della lapide che si legge sul luogo della fonte sgorgata, per i voti e le preghiere di frate Bernardino da Siena, dalla rupe che sovrasta il giardino del Convento di San Francesco a Maiori, antica cittadina della costiera amalfitana, patrimonio dell’Unesco. 
Il luogo situato all’angolo della costa, percorsa dalla strada che porta alla cittadina di Minori, è caratteristico anche per la elevata presenza del sontuoso castello marchesale; e sembra evocare il luogo di un racconto antico.

La sua praticità lo condusse diritto a San Francesco: anche senza la visione ch'ebbe, se pure non è aggiunta leggendaria. La raccoglie a ogni modo un suo antico biografo, raccontando il sogno: gli pareva d'essere vicino ad una fonte fuor di città, non lontana dal convento dei francescani; vedere un palazzo molto bello e grande, con molte finestre, e dentro a questo un fuoco acceso che accendeva internamente tutto il palazzo, e la fiamma usciva per tutte le finestre, tranne che per una: se ne vedeva l' interno della camera, questa camera e questa finestra erano le sole di tutto l'edificio che rimanessero immuni. Ed ecco per questa finestra vede un uomo: quest'uomo ha l'abito di San Francesco...” (in: M. Buontempelli, San Bernardino da Siena – collana Profili, Genova 1914; p. 68).
E’ la descrizione fatta dal noto scrittore della visione ispirativa della vocazione francescana vissuta del giovane frate Bernardino all’inizio del ‘400.

Sano di Pietro, Bernardino da Siena
metà del XV sec.
Fra Bernardino, che era nato l’8 settembre del 1380 a Massa Marittima da Nera e da Tollo degli Albizzeschi governatore senese di quella città e che, rimasto orfano di ambedue i genitori, era stato affidato alle cure delle zie in Siena, decisamente iniziò il cammino religioso preparandosi nello Studio della città ed entrando a 22 anni nella Obbedienza francescana. Portava con se l’esperienza di un forte impegno nella solidarietà cittadina maturata insieme con un folto gruppo di Disciplinati assistendo i malati colpiti dalla peste che era infierita all’inizio del ‘400. Fece il suo noviziato al Convento del Colombaio all’Amiata, in un luogo dove si vivevano la spiritualità delle origini francescane e gli orientamenti dell’Osservanza che in quel tempo voleva rinnovare la vita religiosa nei Conventi.

Bernardino, ordinato sacerdote nel 1405, si affermò come frate predicatore ricco di dottrina e di comunicativa popolare e, partendo da Siena dove lasciò il segno indelebile della sua predicazione nella Piazza del Campo, fu chiamato a predicare sui pulpiti delle principali città della Toscana e dell’Italia centro-settentrionale. Le sue prediche, molte raccolte e sintetizzate in volgare dai suoi uditori, ed altre da lui direttamente tradotte in latino teologicamente annotate, rappresentano un patrimonio della letteratura religiosa italiana del XV secolo.

Sano di Pietro, Predica nella piazza di Siena, metà XV sec.

Prato, Trigramma di Cristo  
appartenuto a San Bernardino
Nei 40 anni della sua predicazione itinerante vi fu una fioritura di conventi francescani aderenti e sorti nella spiritualità dell’Osservanza. Bernardino si pose con la sua opera nella scia dei grandi Santi Francescani che lo avevano preceduto nei secoli precedenti (Francesco d’Assisi, Antonio da Padova, Bonaventura da Bagnoregio) ed ebbe discepoli altri grandi santi del francescanesimo del ‘400 (Giovanni da Capestrano e Giacomo della Marca).

Il riferimento mistico e teologico della sua predicazione fu la pratica della devozione al Santo Nome di Gesù, ispirata alla Sacra Scrittura, ai Padri, a San Bernardo e alla tradizionale riflessione francescana (Francesco, Bonaventura). Esile di corporatura viaggiava a dorso di un asino per tutte le contrade d’Italia, e ad ogni assemblea che si riuniva per la sua predicazione innalzava il vessillo del trigramma del Santo Nome di Gesù (IHS). Con quel segno esortava le folle alla fede, alla pace, alla solidarietà e alla carità.

Nella sua lunga esperienza di francescano e di annuncio della Parola del Signore, Bernardino visse momenti importanti che lo resero un punto di riferimento nell’Ordine e nella Chiesa del suo tempo. 

Fu Commissario della Custodia Francescana di Terra Santa e Guardiano del Convento di Betlemme; con l’aiuto dei suoi discepoli superò favorevolmente in Vaticano, al tempo di papa Martino V, un tentativo di processo per eresia a causa dell’uso del vessillo del Nome di Gesù; fu proposto dal Santo Padre per tre volte alla carica episcopale (Siena nel 1427, Ferrara nel 1431 e Urbino nel 1435) alla quale egli sempre rinunciò, ma non potè esimersi dall’obbedienza di rappresentare come Vicario Generale l’Osservanza Francescana (1437) e tutti i Francescani d’Italia (1438). 


In questa veste fu in giro per l’Italia e per il Regno di Napoli ove favorì il sorgere ed il consolidarsi di nuovi conventi francescani. Il suo ultimo cammino fu per l’Umbria, il Lazio e l’Abruzzo verso l’Aquila, dove si recava per pacificare le fazioni in lotta e dove santamente morì il 20 Maggio del 1444. Per la sua grande fama di santità fu canonizzato 6 anni dopo la sua morte da Nicolò V nel 1450. 

L'Aquila, basilica di San Bernardino
Tutti i luoghi e le città d’Italia che hanno visto il suo passaggio hanno a lui dedicato chiese ed oratori, soprattutto Siena, sua città d’origine, e l’Aquila ove gli fu eretto una Basilica Santuario a custodia della sua reliquia.


Roccamonfina, Eremitaggio di San Bernardino e Fonte 
Alcuni luoghi francescani in Campania nella loro leggenda d’origine fanno riferimento alla fondazione o al passaggio di San Bernardino da Siena evidenziandone l’opera instauratrice dell’Osservanza e l’intervento miracoloso. Tra questi Il Convento della Madonna dei Lattani a Roccamonfina, il Convento di San Francesco ad Altavilla Silentina ed il Convento di San Francesco a Maiori in Costa d’Amalfi. I dati cronologici legati alla loro fondazione sono coerenti con il tempo del vicariato generale francescano di San Bernardino, visitatore in compagnia con Giovanni da Capestrano e con San Giacomo della Marca dei Conventi nel Regno di Napoli (1437-1444). La loro collocazione territoriale appare conforme alla mistica visione vocazionale del santo, narrata dagli antichi biografi, del convento quasi eremo francescano vicino ad una fonte fuori città.
Altavilla Silentina, Convento S. Francesco
La tradizione attribuisce la fondazione dell’eremitaggio francescano di Roccamonfina direttamente a San Bernardino ivi recatosi con San Giacomo della Marca in pellegrinaggio sul luogo ove era stata ritrovata una statua in pietra basaltica della Madonna ed edificato un tempietto (1430) in suo onore, accanto ad una fonte miracolosamente sgorgata dalla roccia. Nel 1446 papa Eugenio IV affidò definitivamente il luogo ad una comunità di frati francescani che ivi sono ancora oggi presenti.

Ad Altavilla Silentina il Convento e la Chiesa di San Francesco sorsero tra il 1435 ed il 1444 (data scolpita sullo stipite marmoreo della porta del convento), nelle vicinanze di una sorgente detta di San Bernardino. Gli Annali Francescani riferiscono anche questa fondazione al periodo del pontificato di papa Eugenio IV.

Maiori, Chiesa e Convento di San Francesco
Il riferimento a San Bernardino da Siena per il Convento e la Chiesa di San Francesco d’Assisi in Maiori (Sa) è interessante per l’arte e la religiosità in Costa d’Amalfi. La storiografia locale, antica e moderna, ha dedicato pagine importanti a questo riferimento riconoscendogli un valore particolare.



Sicuramente è significativa la presenza tra le opere d’arte della Chiesa di Maiori di un tavola di Giovanni Gaeta raffigurante San Bernardino da Siena con Sant’Antonio da Padova datata al decennio dopo la morte del Santo (1450 – 1460).

G.Gaeta, Sant'Antonio e San Bernardino  (ca. 1460)

E sicuramente è significativa la funzione antropologica e religiosa della fonte ancora esistente nel giardino del Convento, che secondo la tradizione San Bernardino fece miracolosamente sgorgare dalla roccia per il ristoro dei pescatori e del popolo maiorese.

Maiori, Convento di San Francesco, Fonte di San Bernardino

La fonte teologica e la preghiera di San Bernardino

Siena, Palazzo Pubblico, Affresco
di San Bernardino - 1463
Il nome di Gesù è splendore degli evangelizzanti

"Il Nome di Gesù è splendore degli evangelizzanti, ossia dei predicatori, per il fatto che egli fa annunziare e udire, con irradiante fulgore, la sua parola. Chi ha mai portato per tutta la terra questa luce celestiale, sì grande e sì repentina della Fede, se non il Nome di Gesù predicato? E non è, forse, con lo splendore e con la dolcezza di questo Nome che Iddio ci ha chiamato all'ammirabile luce sua? Non è a noi, in tal modo illuminati, che nel lume suo vediamo la luce, non è a noi, dico, che l'apostolo Paolo giustamente ripete: Una volta eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore e come figli della luce dovete vivere?
Ma perché questo Nome si possa manifestare in tutto il suo splendore, è necessario predicarlo; e deve essere annunziato da labbra pure ed erompere da un cuore santo ed eletto, com'era quello dell'apostolo Paolo, di cui disse il Signore: Egli è un vaso eletto da me a portare il Nome mio davanti alle genti e ai re e ai figliuoli d'Israele. Vaso eletto, dice, ove è contenuto un soavissimo liquore, e lo si vede, sì che induce ad acquistarlo e a berlo col suo colore e splendore affascinante: a portare, aggiunge, il mio Nome .
Poiché come col fuoco si purga il terreno dalle spine e dai rovi, e si rende fertile; e come al sorger del sole i ladri e gli assassini corrono a nascondersi; così alla parola convincente, splendida e poderosa di Paolo veniva distrutta l'infedeltà pagana, la falsità spariva e, come un sole, risplendeva la verità, al modo di cera che si discioglie al calore di un fuoco caldissimo.
Né egli annunziava il Nome di Gesù soltanto con la parola, ma e con gli scritti, coi costumi, con gli esempi e coi miracoli: assiduamente lodava un tanto Nome, lo celebrava con rendimento di grazie, lo portava davanti alle genti, e ai re e ai figliuoli d'Israele; con i raggi sfolgoranti di quel mistico Sole illuminava le nazioni e ovunque elevava quel grido della lettera ai Romani: La notte è inoltrata e il giorno si avvicina; gettiamo via, dunque, l'opera delle tenebre, rivestiamo le armi della luce. Come in pieno giorno camminiamo onestamente. E mostrava a tutti la lucerna ardente e risplendente di sopra il candeliere, annunziando ovunque Gesù, e questi crocifisso.
Dimodoché la sposa di Cristo, la Chiesa, sorretta dalla testimonianza di lui, giubila col salmista, esclamando: O Dio, tu m'hai istruito fin dalla mia giovinezza, e fino ad ora ho proclamato le tue meraviglie, cioè sempre. E a ringraziarlo continuamente di ciò c'invita ancora il Profeta, col dirci: Cantate al Signore e benedite il suo Nome, annunziate ogni giorno la sua salvezza, cioè Gesù Salvatore.
Dai « Discorsi » di san Bernardino da Siena, sacerdote (Serm. 49 de nom. Iesu:; Opera omnia 4, 505-506)